Orgoglio e pregiudizio

Esperienza di una sera in platea in mezzo a un pubblico che va più o meno dai quindici ai diciannove anni, al Modena di Sampierdarena . Inevitabile che  la curiosità si divida, tra lo spettacolo e le reazioni di questi giovani. Ne abbiamo visti tantissimi in diverse stagioni e,  in passato, proprio in questo blog abbiamo dato anche spazio ai loro commenti. Dove sta dunque la “novità”?

Nella loro voglia di riprendersi anche la cultura tra gli spazi di libertà compressi da due anni e da quello che sono venuti a vedere. In scena infatti c’è un classico, prodotto dal teatro delle Marche e dal teatro di Napoli,, e fin qui niente di strano quando si tratta, come in questo caso di studenti.. Il  titolo però non è tra quelli che, in molti dibattiti,  verrebbero abitualmente catalogati tra le proposte “per loro”.

Non stiamo parlando infatti di Euripide o di Pirandello ma  di “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen, tratto dal capolavoro della letteratura inglese dell’0ttocento, dal romanzo  intrecciato a colpi di fioretto tra scalate sociali,  vette e precipizi del matrimonio, opportunismi,  idealismi, amori folli e prese di distanza snob.

Affresco irresistibile di ambiente ma,  per i ragazzi,  questo mondo non rischierà di  sembrare più datato delle emozioni fortissime, ancestrali e universali di una tragedia greca, per fare un esempio? Sarà soltanto una “lesson” da seguire diligentemente su input della scuola?

Eccoci dunque con  un occhio ai coloratissimi costumi d’epoca e alla scena che , nello spettacolo diretto e interpretato da Arturo Cirillo gioca su quattro specchi capaci riflettere e amplificare tutte le ipocrisie di quell’ high society, senza dimenticare di  “monitorare” ogni tanto le poltrone . Registreremo qualche sbadiglio?

Nossignori, molti sorrisi divertiti e attenzione a certi risvolti. Obiettivo è stato centrato con sostenibile leggerezza da tutta la compagnia e dal regista che sembra partito più dalla voglia di comunicare che di stupire. Propone infatti uno spettacolo molto tradizionale che rispetta l’autrice e, quando va fuori dalle righe, lo fa nel nome del divertimento,  con un certa astuzia che non è peccato. Vedi il taglio della recitazione.

Mentre le due coppie giovani Elisabeth e Mister Darcy, Jane e Bentley ,  sono prese molto sul serio perfino con qualche punta romantica nell’esprimere la loro ansia di amore e di ribellione , i vecchi papà e mamma Bennet , la ricchissima e dispotica zia di Darcy, il reverendo  prendono forma in una chiave comico grottesca, con punte che a volte ammiccano più alla Commedia dell’Arte più che alla tradizione old British (o almeno all’idea corrente che ne abbiamo). Sta di fatto che la formula funziona e ci fa uscire dalla sala con l’idea  che  bisogna liberarsi di molti pregiudizi anche sul rapporto tra giovani e teatro. .

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