Napoli, al Piccolo Bellini “La classe”: gioco di stupore commosso

È spettacolo prezioso per fantasia trattenuta che esplode in gioco di stupore commosso questo “La classe”, docupuppets per marionette e uomini in scena al Piccolo Bellini ancora per pochi giorni. Ci vada chi ha voglia di sorrisi e di malinconia, di ricordi e di scoperte, chi ha dei primi incontri di scuola il fastidio e chi ne coccola invece il ricordo.

È un gioco di adulti che potrebbe piacere a un bambino, o ad un adolescente che insegue la propria storia di vita recente. Insomma un piacere. Ci conducono per mano, muovendo i loro piccoli pupazzi/bambini, Fabiana Iacozzilli ed i suoi collaboratori-performer Michela Aiello, Andrei Balan, Antonia D’Amore, Francesco Meloni, Marta Meneghetti, supportati dalla collaborazione artistica di Lorenzo Letizia e Tiziana Tomasulo, Lafabbrica. Sono loro infatti ad inventare i gesti trattenuti di una infanzia, lo stupore ferito di un’angoscia, il desiderio dell’allegria e la voglia di tenerezza. Su di un gran tavolo lungo e mobile diventato palcoscenico si muovono e recitano le marionette create da Fiammetta Mandich. Hanno i volti patiti di bambini non lieti e fanno tenerezza. Come tenerezza c’è nei loro racconti, che sono “storie vere”, ricordi tirati fuori dai cassetti della memoria da Fabiana Iacozzilli a caccia di un passato condiviso con altri “compagni di scuola” ritrovati per l’occasione.

Cronache minute di anni lontani, dal 1983 al 1988, quando trenta piccoli alunni in una classe elementare di un istituto di Suore di Carità, s’incontrarono con la bonaria crudeltà di Suor Lidia, maestra e padrona di piccoli corpi ed anime incerte. Da queste verità trattenute ed elaborate per scrivere una drammaturgia condivisa con Marta Meneghetti, Giada Parlanti ed Emanuele Silvestri. Per un gioco lieve che appassiona e intenerisce, il cui valore viene moltiplicato dalle luci di Raffaella Vitiello e dal suono sempre magico di Hubert Westkemper.

Frutto di encomiabili convergenze produttive in varia quota, Cranpi, La Fabbrica dell’Attore-Teatro Vascello Centro di Produzione Teatrale, Carrozzerie n.o.t, MiC – Ministero della Cultura, Residenza IDRA e Teatro Cantiere Florida/Elsinor nell’ambito del progetto CURA 2018 e di Nuovo Cinema Palazzo, con il sostegno di Periferie Artistiche Centro di Residenza Multidisciplinare della Regione Lazio e Romaeuropa Festival 2018, lo spettacolo con la sua purezza di disegno e di emozione ha ricevuto premi e riconoscimenti prestigiosi: Premio della critica ANCT, in-Box 2019, UBU, Tuttoteatro.com, Cappelletti e Teatri del Sacro, a testimoniare il valore di questo lavorare pudico e innamorato di un teatro per molti marginale e per qualcuno capace di centrare il bersaglio del fare spettacolo. Si replica ancora fino a domenica alle ore 18,45. (giulio baffi)

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