La Scuola di Ballo del teatro alla Scala risplende al teatro Municipale di Piacenza

Al teatro Municipale di Piacenza, risplende in cartellone, lo spettacolo andato in scena della Scuola di BalloAccademia del teatro alla Scala, che insieme ai  corpi di ballo dell’Opera di Roma e del San Carlo di Napoli, i pochi rimasti, sono il  fiore all’occhiello del nostro patrimonio culturale italiano nel mondo, ove le Etoile più prestigiose, due nomi tra tutti, Fracci e Bolle,  si sono formate ed acclamate in ogni dove.

Risuonano preziosi e importanti i festeggiamenti per i 200 anni (1804-2024) del teatro Municipale di Piacenza, che accomuna con il teatro alla Scala di Milano, il fatto di condividere lo stesso architetto Alessandro Sanquirico, che nel 1830, progettò la facciata sul modello del teatro Piermarini, modificando di fatto il  prospetto del 1803 dell’architetto piacentino Lotario Tomba.

I teatri dell’800 di fine secolo e inizio del novecento, si caratterizzano per la struttura architettonica italiana per le peculiarità innovative che li contraddistinguono nel mondo, attraverso alcuni elementi specifici, riguardo la forma a ferro di cavallo della platea, con palchi separati e divisi in altezza per ordini. Una maggiore profondità della scena e innovative quinte e tagli prospettici per diffondere meglio la luce e il suono in funzione della visione in scena dell’attore e una pendenza del palco di 4-5 gradi verso il proscenio che sono da sempre una sfida per i ballerini e le pirouettes in punta di piedi del repertorio di balletto classico accademico.

I giovani brillanti Allievi scaligeri dell’Accademia e promettenti professionisti, hanno saputo con maestrìa, tecnica, temperamento,  “attaccare” con grinta il palco, forti della lunga tradizione e innovazione che fonda le sue radici nel lontano 1813, per volontà di F.B.Ricci. La Scuola, attualmente alla guida di Frédéric Olivieri, nella didattica e l’insegnamento dell’arte tersichorea, imprime quell’allure francese che contraddistingue il portamento delle braccia insieme alla forza nei salti, equilibrio e à plomb, propri della tecnica russa e dello stile italiano della rinomata scuola Cecchetti capostipite nel mondo.

Reduci dal successo raccolto recentemente al Piccolo Teatro e all’Opera di  Dubai negli Emirati Arabi, e prossimamente in tournée al Pavillon Noir di Aix –en-Provence e al Palais Garnier di Paris, il Programma dei ballerini si è sviluppato anche al teatro Municipale di Piacenza, in apertura e chiusura con due pietre miliari del repertorio, tratte una dalla Suite de Lo Schiaccianoci con le coreografie di Fréderic Olivieri, musica di Cajkovskij e i costumi di Roberta Guidi di Bagno. In chiusura,  con Paquita di M.Petipa, ripresa da Nikonov e Nikonova, musica di Minkus e costumi di Santi Rinciari.

Il cuore centrale dello spettacolo si è arricchito delle sfumature contemporanee dei coreografi Demis Volpi con Winter, sulle note di Vivaldi e Matteo Levaggi con Largo, sulla partitura musicale di Bach.

Lo studio della tecnica e degli stili di danza contemporanea arrivano  all’interno della didattica e dell’insegnamento accademico a Milano presso la Scuola di Ballo per volontà dell’allora direttrice e già  prima ballerina scaligera Annamaria Prina lungimirante docente e scopritrice di talenti ancor oggi.

Il balletto Winter di Volpi, è un pas de deux, creato nel 2016 per celebrare il ventesimo anniversario del  direttore artistico Anderson del Balletto di Stoccarda. Le movenze del passo a due avvolgenti ricordano il movimento del vento gelido invernale e dei dolci fiocchi di neve che silenziosi cadono a terra, impegnativo per i giovani protagonisti, nel rendere fluidi i passaggi della partnership, ben eseguiti ed armonizzati.

Mentre il coreografo Levaggi, dalla scrittura eclettica sempre al confine tra sacro e profano, riprende  per la Scuola di Ballo , il progetto dal titolo Largo, andata in scena per la prima volta nel 2007, al Théatre des Champs Elysées a Parigi, con una forte connotazione di stile contemporaneo e musica di Sostakovic, mentre per gli Allievi scaligeri, adotta la musica di Bach, aggiungendo altri tre elementi in scena, partendo dalla connotazione di legazione del balletto classico più consono agli studi dei ballerini di fresca forgiatura con commistioni fluide del movimento.

La tradizione e l’innovazione si confermano vincenti, nella struttura della Fondazione Accademia Teatro alla Scala, divisa in quattro dipartimenti, Musica, Danza, Palcoscenico, Management, con un’ampia offerta formativa afferente all’AFAM, Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica.

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