In una notte di mezza estate Alessandro Benvenuti, illuminato da un taglio di luce su sfondo nero, come una figura mitologica, in un perfetto dualismo fra ombra e luce, attraverso sguardi, silenzi, battute dissacranti, ha dato vita a uno spettacolo capace di disegnare l’universo denso e variegato dell’animo umano durante i 59 giorni di lockdown.
Così….dal nulla il 25 luglio alle 21,30 per EstatEventi, Alessandro Benvenuti, il direttore artistico dei Teatri di Siena, si è raccontato al pubblico con disamante sincerità in una performance umana che ha spaziato dal sogno, al bisogno, dalla crudeltà all’humor, in una prova attoriale ineccepibile.
Uno spettacolo dentro cui ritrovare una parte della propria fatica di vivere, dove emerge una via di scampo: l’ironia, un panico ma rosa, frase che caratterizza anche il titolo del monologo scritto e rappresentato dall’attore e commediografo fiorentino.
Durante la rappresentazione la sua figura, in contrapposizione con il nero dello sfondo, si è stagliata con forza, quasi a volerci raccontare una sorta di resurrezione dell’anima che riemerge dal buio. Momenti intensi, pennellate di luce, ed espressioni del volto, hanno scolpito le emozioni più profonde dell’animo umano.
Passione, paura, noia, sentimenti allo stato puro dal sapore intimistico espressi con aneddoti personali e divagazioni sulla vita quotidiana, hanno focalizzato l’attenzione su Alessandro Benvenuti che per circa un’ora e mezzo, senza nessuna distrazione, ha dato forma alle parole.
Un modo originale e nuovo di raccontare e raccontarsi durante la pandemia e un modo intelligente per offrire nuove possibilità all’arte teatrale nel periodo del lockdown.
L’attore ha scelto infatti la forma del monologo affidandosi alla sua capacità di dare maggiore o minore velocità al suo eloquio come dentro una partitura musicale.
Con i tempi e con le pause giuste un monologo diventa infatti musicale, come in questo caso e reinventa il passato stabilendo inediti e proficui rapporti con tortore, passerotti, merli, cornacchie, piccioni e gabbiani e un desiderio latente di ritornare bambino senza però le note di Felicità, il noto brano cantato da Albano e Romina, che non sembra essere in perfetta sintonia con i vissuti del protagonista, ma che incessantemente torna evocato da chissà quali misteriosi meandri della psiche.
Alessandro Benvenuti in questo lavoro ha evidenziato la sua grande esperienza teatrale in un andirivieni continuo fra creazione spontanea e autoanalisi, conscio e consapevole delle proprie possibilità.
Con molto piacere ricordo che Alessandro Benvenuti è stato insignito per il 2021 del Premio Ombra della sera, promosso dal Festival Internazionale del Teatro Romano di Volterra, diretto da Simone Migliorini, votato all’unanimità dai giurati di cui faccio parte insieme ad attori, critici e registi.
L’atmosfera del luogo ha creato suggestioni ancora più intimistiche permettendo al tempo di creare sinergie con lo spazio e tutto ha acquistato un senso attraverso una partitura ritmica che ha reso manifesto l’insieme di emozioni e sensazioni che di solito teniamo nascoste.