Festival de La Marionnette 2017 a Saguenay, Quebec (Canada) – 1

SAGUENAY – Anche in un posto come questo, di foreste e boscaioli, l’Ikea c’è. Una certezza, almeno, nella vita. La lingua è il frenglish, bilingue (con preferenza per Parigi rispetto a Londra) fin dalla nascita. I guidatori della grandi auto (Dodge, Lexus, Chrysler) hanno accanto a sé, vicino al volante, un grande beverone dal quale tirano grandi sorsate a intervalli regolari. Le scale a chiocciola in ferro battuto arrugginito scendono dai palazzi. Il Canada è un Paese in divenire, con un premier ex pugile, fotogenico e pieno di charme, un Paese giovane, che accoglie, un Paese che ha bisogno di forze e intelligenze. Le strade sono grandi, i mezzi sono grandi, le cilindrate sono grandi. I cartelli stradali ci avvisano della fauna che potremmo incontrare nel nostro cammino: attenzione pericolo attraversamento cervi, daini, alci. Il cambio nelle autovetture è automatico. “Despacito” però si sente anche qua, a queste latitudini. Nei ristoranti l’acqua è gratuita ma la mancia per i camerieri obbligatoria. Le grandi finestre delle case denunciano e denotano una mancanza, un’assenza e carenza di luce durante tutto l’arco dell’anno. Infinite betulle costeggiano come velluto il bordo stradale. Verde, verde e ancora verde. Qui l’hockey su ghiaccio è una religione. Passando per queste highway ti vengono in mente le serie tv “Ozark” o “Fargo”.

Montreal, la capitale del Quebec, il Canada francofono, fa rima con Cirque du Soleil. Nell’Impact, la squadra che milita nell’MLS, la Mayor League Soccer del Nord America, milita Donadel e fino a qualche anno fa ci giocavano Di Vaio, Corradi e Nesta. Giovinco invece, la formica atomica con un passato nella Juventus, è nelle file del Toronto. Già nella bandiera viene fuori l’anima ambientalista ed ecologista con quella grande foglia in bella mostra (ma potrebbe sembrare anche una corona frastagliata). Canoe e pesca. Alci, aceri, abeti. Orsi e salmoni, lupi. I semafori sono orizzontali (è il verde che lampeggia e non il giallo come da noi) e non verticali come in Europa. Ogni casa ha il suo capanno a fianco. In lontananza le piste da sci si fanno notare sulle montagne come strisce di barba tagliata con un rasoio elettrico. Tanti chalet incontrati per strada hanno il sapore dell’Overlook Hotel. Le rocce spigolose si affacciano sull’asfalto. Dal Canada arrivano Michael Tremblay e Marc Bouchard, per pensare ai drammaturghi che il Teatro della Limonaia ci ha fatto conoscere in questi anni di “Intercity”, ma anche certamente Robert Lepage. Canadesi sono anche Celine Dion e Michael Bublè ma anche Justin Bieber, ancora musica con Leonard Cohen o Bryan Adams, grandi nomi anche nel cinema da James Cameron a Dan Aykroyd, da David Cronenberg a Jim Carrey, per finire con Michael J. Fox e soprattutto Pamela Anderson. Il cuore però vola a Gilles Villeneuve. Un cuore obbligatoriamente rosso Ferrari.

Il Fiams, Festival Internazionale dell’Arte della Marionette di Saguenay, è alla quattordicesima edizione, biennale (dal 25 al 30 luglio), e diretto da Benoit Lagrandeur e Dany Lefrancois, propone una quarantina di spettacoli dove la fanno da padrone appunto le marionette, i burattini e i pupazzi. Le compagnie provengono da molti Paesi del mondo: dal Quebec ovviamente, dalla Francia, Messico, Israele, Norvegia, Olanda, Brasile, Stati Uniti, Perù. Per l’Italia ecco “Le guarattelle de Pulcinella” di Gianluca Di Matteo. Proprio a Chicoutimi, nel distretto di Saguenay, dove ci troviamo, ha sede la Pulperie che niente ha a che vedere con il polpo ma con la pappa di celluloide per fabbricare la carta. Un edificio in mattoni di archeologia industriale accoglie la mostra permanente dei “65 anni di marionette alla televisione canadese” nonché la casa d’artista (spostata e trasportata letteralmente) di Arthur Villeneuve (assolutamente da vedere!) che aveva dipinto e disegnato ogni angolo, muro di legno, porta e mobile della propria abitazione facendola diventare un pezzo unico e originale, meta per turisti, appassionati, curiosi, artisti, studenti. Si respira odore di Muppets. Un’aria fresca al tempo stesso infantile e giocosa, ingenua, colorata e allegra.

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