Il canone di ripetizione per BERMUDAS

Il cartellone del teatro Amilcare Ponchielli di Cremona, mette in scena BERMUDAS, scrittura coreografica di Michele di Stefano, classe ’63, con la Compagnia MK, un progetto che è stato ideato per un numero variabile d’interpreti, da tre a tredici.

Dicesi canone, una forma di ripetizione, nella quale gli interpreti eseguono i movimenti con uno sfasamento nel tempo. Questa forma permette di coniugare unità e varietà. Il  canone può essere fisso, successivo, simultaneo, cumulativo, o libero.

In scena , numeri 1,3,2 poi 4, 6, si muovono con pochi movimenti quale codice identificativo per presentarsi nella ripetizione. Si condividono il gesto, il segno, in un andatura sempre più incalzante e ritmica senza mai scontrarsi, come un vortice, una forza  centrifuga e centripeta, nella forma di una non danza, in cui i corpi, rivelano a tratti e disgiuntamente, l’appartenenza alla improvvisazione che si evolve in regola matematica.

Il meccanismo semplice, ma funzionale centra l’obiettivo, tanto da rendere quasi ipnotica la durata di 45 minuti senza intervallo, per un cast sempre mutevole e in divenire.

Le “bermuda” indossate dai performer, come il titolo dello spettacolo, prendono a pretesto l’etimologia del termine, senza raccontare triangoli o tornado delle Bermudas, ma per assonanza ne ricreano moti nello spazio scenico, per comunicare e relazionare.

Premio Danza&Danza, come miglior produzione italiana 2018,, Finalista Premio Ubu 2018 come miglior spettacolo di danza, Selezione alla New Italian Dance(ND) Platform 2019, Bermudas forever Premio UBU come miglior spettacolo di danza. Leone d’Argento per l’innovazione nella danza alla Biennale di Venezia.

Come per Alessandro Sciarroni  e il suo movimento concentrico evocante la danza dei Sufi, pluripremiato e Leone d’Oro alla Biennale di Venezia, nel 2019, il confine sottile tra danza e arte performativa contemporanea riflette e fa riflettere sul concetto di processo coreografico, laddove, sia il corpo del danzatore e i passi vengono meno ai canoni degli stili più conosciuti e codificati.

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