VERONICA CRUCIANI

Veronica Cruciani è una donna battagliera e rigorosa, indipendente e poco incline alle mode. Merce rara di questi tempi. A dimostrarlo, il suo ormai lungo e articolato percorso di regista e di pedagoga. Nei suoi spettacoli ha infatti saputo intrecciare memoria del mito (Le nozze di Antigone) e storie di emigrazione (Ballare di lavoro), ricerca sul campo nelle periferie urbane e drammatici spaccati sociali (Il ritorno, La palestra), grandi classici anche in forma di riscritture (Shakespeare, Goldoni/Fassbinder, Pinter, Strindberg, Genet) e drammaturgia contemporanea (Due donne che ballano, La febbre), senza trascurare adattamenti da romanzi (Accabadora). Ma non è solo questione di innegabile talento artistico e di ampiezza di sguardo nella scelta dei testi, segno di sana curiosità intellettuale senza pregiudizi. Veronica, in tanti anni di duro lavoro, ha affinato la sua poetica e vocazione registica nella direzione di un teatro di parola e d’attore capace anche di veicolare passione civile e politica. Passione che la portò nel 2004 a fondare una sua compagnia, a creare laboratori di collettività, a dirigere un teatro nella periferia romana (il Quarticciolo), a praticare il teatro sociale e a insegnare nelle più importanti Scuole di teatro d’Italia. Una capacità di stare a tutto tondo nel teatro – non dimentichiamo, infatti, i suoi esordi d’attrice – che rende oggi Veronica Cruciani un’artista di riferimento della scena nazionale per determinazione, bravura, indipendenza culturale e coerenza politica.

GIULIO BAFFI

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